Francesco Caracciolo

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'La permanente conflittualita' in Italia. Il morbo, atavico, organizzato, importato' di FRANCESCO CARACCIOLO

Il governo italiano (e non solo il governo) offre tra il 2018 e il 2019 uno spettacolo che non si è mai visto in nessun altro governo di nessun altro Paese del mondo. I contrasti, i continui litigi, le reciproche pesanti accuse, il persistente e crescente conflitto fra i suoi componenti rendono necessario cercarne le cause. Inducono a condurre un esame tendendo lo sguardo fino al lontano passato. Si può così giungere a individuare l’indole e il carattere degli abitanti della Penisola e delle Isole italiche immutati nei secoli.

Com’è specificato nel titolo, il morbo è uno e trino.
Il primo morbo ha origine nel lontano passato. Nel 202 avanti Cristo la battaglia di Zama poneva fine alla seconda guerra punica. La vittoria riportata dai romani fu il principale e decisivo successo militare dopo il disastro di Canne. Le conquiste che seguirono accrebbero i traffici nel Mediterraneo e resero possibile un notevole aumento dell’afflusso di grano dalla Sardegna, dalla Sicilia, dall’Africa e dalla Spagna a basso prezzo, minore di quello del grano che si produceva in Italia. Ne furono danneggiati la produzione e i piccoli e medi produttori di grano della Penisola. Se ne avvantaggiarono i grandi proprietari che resistettero alla concorrenza e accrebbero i loro latifondi acquistando le piccole e medie proprietà che molti coltivatori diretti non poterono più tenere. Molti di costoro furono rovinati, divennero nullatenenti e trovarono rifugio in città. I latifondi cresciuti a dismisura ne risentirono. Ebbero carenza di braccia. Vi sopperirono incrementando la pastorizia a danno dell’agricoltura. Ma questo rimedio non fu sufficiente, non colmò la carenza di manodopera: i latifondi restavano incolti o poco coltivati. Molti coltivatori erano divenuti cittadini nullatenenti, molti altri avevano lasciato non solo la campagna ma anche la Penisola nella veste di soldati, di amministratori o di mercanti. La carenza di manodopera andò crescendo non solo nell’agricoltura e vi si sopperì importandola. Da quegli anni della fine del terzo secolo avanti Cristo e ancor più dal 168, anno della battaglia di Pidna e della conquista definitiva della Grecia e di alcune province d’Oriente, il flusso di immigrati in Italia fu enorme e si protrasse per oltre duecentocinquant’anni. Dalla seconda metà del primo secolo dopo Cristo quel flusso si andò assottigliando.  Ma fino ad allora gli esseri umani che dai quattro punti cardinali giungevano in Italia furono milioni. In massima parte erano schiavi che provenivano dalle conquiste militari, in parte erano comprati a decine di migliaia in ogni parte del mondo divenuta provincia romana. Affluirono in Italia e colmarono il vuoto di manodopera non solo nelle campagne. Invasero il Paese sostituendo in moltissime attività l’elemento romano, latino e italico sempre meno presente. Al tempo di Giulio Cesare greci, siriani ed ebrei formavano insieme la maggioranza della popolazione di Roma. L’eterogenea presenza di tanti stranieri, che certo acquisirono una qualche integrazione formale, fu sconvolgente: minò le tradizioni, influì sui costumi e le abitudini e alterò i rapporti umani e sociali. Con la promiscuità e la conflittualità generò quanto di patologico si può rilevare nella società romana e italica dei secoli seguenti. Si può dire che il bisogno di maggiore produzione, la mancanza di sufficiente manodopera e la necessità di sopperirvi furono principali cause del progressivo deterioramento, dello sconvolgimento della società di Roma antica allora e nei secoli seguenti.
Il secondo morbo è meno remoto. Nel secolo sedicesimo una setta importata si diffonde con nomi diversi in alcune città del Sud d’Italia. Da allora accresce in misura esponenziale i patologici rapporti umani e sociali, le annose tare che la società italiana eredita dal lontano passato.
Il terzo morbo è recente. Si diffonde in Italia dagli anni Settanta del Novecento. È il risultato dell’immigrazione indiscriminata. Come quella che imperversò nell’antichità romana, essa affluì in Italia dopo avere invaso altri Paesi non solo europei, come la Francia, il Regno Unito e il Portogallo.

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FRANCESCO CARACCIOLO